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Alleata contro i mala tempora

bestia galore

Bestia galore é una font sperimentale femminista di dingbat.

Bestia galore è una font sperimentale femminista di dingbat

Bestia Galore si basa su dingbat suddivisi in 4 categorie:

emancipazione

stereotipi

scelte

parolacce

emancipazione

Normal

stereotipi

Shift

scelte

Option

parolacce

Shift + Option

Normal

Shift

Option

Shift + Option

Per approfondimenti e note introduttive sul lessico interpretato da Bestia Galore abbiamo redatto un abbecedario, evidenziando i passaggi salienti delle letture consultate. Fra i vari aneddoti, segnaliamo il seguente: «non è ancora chiaro come la caccia alle streghe abbia modificato il nostro rapporto con gli animali. Con l’ascesa del capitalismo si è sviluppata anche una nuova etica sociale che premia la capacità di disciplinare e canalizzare in forza-lavoro le pulsioni istintuali dell’individuo. Nella misura in cui l’autocontrollo è diventato uno dei tratti distintivi dell’umanità, è stata introdotta una differenziazione sempre più profonda tra umani e «bestie» – una vera e propria rivoluzione culturale, se consideriamo che prima dell’avvento del capitalismo veniva data per scontata una certa continuità tra il mondo umano e quello animale, e spesso anzi gli animali erano ritenuti esseri responsabili ai quali, a volte, era persino attribuita la capacità di parlare. In molte aree dell’Europa, questa visione degli animali resistette fino al XVI secolo, tanto che i cani, per esempio, venivano condotti in tribunale come imputati per «crimini» da loro commessi, o come testimoni nei processi in cui erano incriminati i loro padroni perché ritenuti capaci di sostenere con il proprio comportamento la loro innocenza o colpevolezza.»

Il nostro corpo è un campo di battaglia.
Le mestruazioni sono l’unico sangue innominabile e intollerabile. Il tabù sull’apparato sessuale femminile vige inalterato. La sessualità femminile appena esiste indipendentemente da quella maschile. Anche a livello medico-sanitario: sempre in funzione di e per. Ai corpi non conformi – tutti, animali inclusi, non sono ancora riconosciuti e garantiti i diritti fondamentali.
Sei ancora l’angelo del focolare, relegata alle mura domestiche. Il lavoro domestico e di cura non è ancora stato riconosciuto: si tratta di un carico di lavoro oneroso, come ogni altro impiego, e va retribuito.
La competizione femminile è l’unica relazione normalizzata e sicura con altre donne. Ci ritroviamo isolate e culturalmente incapaci e fare gruppo.
Non importa quanto studi, ti prepari e ti impegni: geneticamente appartieni ad una classe sociale inferiore, dalla nascita. Il divario fra retribuzione, privilegio e possibilità lavorative fra i generi continua invariato. La cosa più rivoluzionaria che puoi fare, ancora oggi, è non stare in silenzio.
L’oppressione violenta, sociale e strutturale è evidente: la narrazione tossica, la romanticizzazione delle relazioni androcentriche procede indisturbata. Ogni regime autoritario cerca di normare la riproduzione forzata della forza-lavoro: il diritto all’aborto è una corsa ad ostacoli. I femminicidi in Italia sono in costante crescita.
Siamo nel 2025 e sembra che non ci sia nulla di nuovo sotto il sole. La rabbia, quella è cresciuta, proporzionalmente a quanto si è abbassato il limite di tolleranza.

Siamo stanche di decostruire, è ora di bruciare tutto.

Siamo stanche di decostruire, è ora di bruciare tutto.

Il progetto nasce da un’urgenza condivisa da Alice Oriani e Anna Carolina Robbiati, quella di dare voce al dissenso. Crediamo che per troppo tempo il ruolo sociale della progettazione grafica manchi dal dibattito pubblico e professionale inerente al campo, sopratutto negli ambienti accademici e quindi di formazione. In tempi di forte censura e repressione – come quelli che stiamo vivendo, questo è il nostro contributo per unirci al coro che insorge dalle strade: un urlo incendiario che mina il sistema alla base. Dall’oppressione del genere femminile a quella di tutti i corpi non conformi, base dell’accumulazione originale e del sistema patriarcale capitalista, contestiamo l’ordine delle cose, ci riappropriamo degli spazi, instauriamo un nuovo ordine di cose. La nostra collaborazione è già un elemento di rottura: lavorare insieme, condividendo e curando collettivamente il progetto è la base da cui ci siamo mosse. Tese a fare rete, a condividere e mantenere la progettazione in maniera orizzontale. L’idea di concentrare la nostra ricerca e successiva progettazione, prende vita da uno spunto tanto semplice quanto geniale: cercavamo uno strumento vivo, fruibile e radicalmente smarcato. Ci è arrivata in aiuto Pussy Galore – direttamente dal cielo, proprio come in Mission Goldfinger, e noi non abbiamo avuto nessun dubbio. Se avete letto fin qui ve lo starete domandando già da un pò: no, mi dispiace, persino l’Accademia della Crusca l’ha dichiarato, è la font e non il font.

La rabbia sovversiva che ci ha fatto muovere i primi passi, consultare i primi scritti, trova una forma adatta, tanto spinosa e violenta quanto la condizione in cui siamo cresciute: il dingbat. I pittogrammi restituiscono la comunicazione espressiva a cui miravamo, immediata e inequivocabile. Una scelta radicale e radicata su quanto abbiamo approfondito, in tutti gli spunti condivisi, tanto visivi quanto teorici. Dalle riviste ai workshop, dai collettivi militanti alle mobilitazioni, dai primi anni ’70 ad oggi. Così quello che ci è parso a tratti un rischio, un azzardo, si è rilevato un percorso interessante, ricco e appassionato che ci ha viste sviscerare da un punto di vista iconografico e semiotico, un immaginario collettivo dell’essere donna. Ad ogni dingbat una parola che porta con sè tutta l’atavica paura e il pregiudizio creati in secoli di violenza istituzionale e delegittimazione sociale. Abbiamo composto un nuovo alfabeto figurato e, dove la voce doveva arrivare più diretta e incisiva il dingbat si è fatto scritta.

La figlia di Pussy Galore è Bestia. Molto più arrabbiata e per niente accondiscendente rispetto la sua predecessora degli anni ’90. Meno aperta al compromesso e decisamente più consapevole degli strumenti del padrone, del lessico e dei miti del patriarcato. Iniziamo con un bel femminile esteso – invece che il solito maschile “neutro” che non ha nulla di neutrale. Bestia è un bel tipo, con carattere non le manda a dire. Ha deciso di eliminare dal suo vocabolario di emancipazione qualsiasi riferimento alle leggi del profitto, rimanendo fedele invece ad un universo pre-capitalistico, dove natura, magia e sapere avevano significati, ruoli e pesi ben diversi da oggi.

Non ha voluto rivendicare nessuno dei cosiddetti “attributi femminili”, ha optato invece per una incontenibile e selvaggia rabbia. Bestia urla, picchia e non fa sconti. Usa poche parole scritte, che come spine arrivano graffianti.

Bestia Galore non si limita ad una rilettura ed una attualizzazione di Pussy Galore – font sperimentale di cui abbiamo apprezzato la suddivisione in macro-tematiche. Ma alza il volume, intransigente, contundente e piena rasa di rabbia. Non tende alla perfezione – o se vogliamo all’appiattimento vettoriale, ad un’interpretazione come icona del dingbat. Non ci interessava la leggibilità nel creare i vari pittogrammi. Abbiamo optato invece per un’ espressività, imprecisa, tagliente, prioritaria. L’urgenza e la coerenza ci hanno guidate nel selezionare il vocabolario. Il lessico è di estrema importanza, il linguaggio da forma alla realtà. Abbiamo ridotto, sempre in un’ottica di immaginario grottesco – Caccia alle Streghe di Silvia Federici è stato il punto di partenza di tutte le nostre riflessioni, i pittogrammi con testo mantenendoli solo quando la parola sovrastava in forza l’immagine.
Un’esempio è Gossip: l’etimologia del termine e il suo cambio di senso – dal significato originario, ovvero amicizia femminile, all’accezione negativa e dispregiativa arrivata fino a noi oggi, era impossibile da rendere in una sola immagine. Spesso non ci è stato possibile trovare una rappresentazione figurata per alcuni concetti. Così il ricorso al testo scritto è stata una scelta ponderata, ogni testo è stato poi trattato analogicamente.

Con questa font speriamo di aprire una breccia nel mondo tipografico, che suoni come la sirena di un allarme, e getti luce come un faro su nuove prospettive.
Stiamo condividendo Bestia con diverse realtà, inerenti al mondo della progettazione e dell’attivismo: non vediamo l’ora di vederla in azione.

Bestia Galore è di tutte.

Bestia Galore è di tutte.

Alleata contro i mala tempora

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© Bestia Galore 2025